Antonio d'Amore

Descrizione

Artista

Curriculum vitae

"..... (Giugno 2013) Galleria Arterrima
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Caserta
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Italy (Giugno 2013) Museo del Viaggio
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Positano (sa) Italy (Maggio 2013) ART CAFFE'
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Roma
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Italy (Aprile 2013) QMB
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Casagiove (ce) Italy (Gennaio 2013) ARTisLIFE
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Duomo di Caserta
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Italy (Dicembre 2012) Galleria AVANTGARDE S.MAria C.V. (ce) Italy (Agosto 2012) Museo del Viaggio
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Positano (SA) Italy (Luglio 2012) Palazzo Mezzacapo
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Maiori (SA) Italy (Maggio-Giugno 2012) Villa Rufolo
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Ravello (SA) Italy (Marzo 2012) Museo MAGMA
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Roccamonfina (CE) Italy (Marzo 2012) Galleria AVANTGARDE
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S.Maria C.V. (CE) Italy (Dicembre 2011) AUDITORIUM S.Alfonso Maria De Liguori
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Pagani (SA) Italy (Dicembre 2011) Galleria AVANTGARDE
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S.Maria C.V. (CE) Italy (Dicembre 2011) Museo MAGMA
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Roccamonfina (CE) Italy (Settembre 2011) XXI Biennale di Baselice
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(BN) Italy (Settembre 2011) Museo Diocesano di Terni (TR) Italy (Settembre 2011) Spoleto FestivalART 2011
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(PG) Italy (Settembre 2011) Leuciana Festival
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San Leucio (CE) Italy (Settembre 2011) Villa Rufolo
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Ravello (SA) Italy (Agosto 2011) Palazzo Mezzacapo
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Maiori (SA) Italy (Luglio 2011) Museo MAGMA
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Roccamonfina (CE) Italy (Luglio 2011) Chiesa di S.Michele all'Arco d'Augusto
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Fano (PU) Italy (Luglio 2011) Galleria AVANGARDE
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S.Maria C.V. (CE) Italy (Luglio 2011) Museo del Viaggio
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Positano (SA) Italy (Maggio 2011) L'Alt(R)o Teatro
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Caserta (Italy) (Maggio 2011) Circolo degli Ufficiali
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Palermo (Italy) (Maggio 2011) Contemporaneo Square
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Caserta (Italy) (Aprile 2011) Museo Magma
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Roccamonfina (Ce) Italy (Aprile 2011) Museo d'Arte Contemporanea
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Capua (CE) Italy (Marzo 2011) Galleria Mo.Ga.
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Caserta (Italy) (Febbraio 2011) Palazzo Comunale Capua (CE) Italy  (Maggio 2010) Museo Archeologico
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S.Maria C.V. (CE) Italy (Giugno 2010) Reggia di Caserta
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Caserta (CE) Italy (Dicembre 2009) Teatro Garibaldi
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S.Maria C.V. (CE) Italy (Dicembre 2009) Museo Civico d'Arte Contemporanea
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Capua (CE) Italy (Ottobre 2009) L'Altra Reggia
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Casagiove (CE) Italy (Agosto 2009) Palazzo Mezzacapo
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Maiori (SA) Italy (Giugno 2008) Chiostro Borromini
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Roma (Italy) "

Note

"I CODICI DELLA VITA Su ogni immagine una sequenza alfanumerica serve, se non a identificare, quanto meno a connotare. L'immagine riprodotta vive una sua storia, nel ricordo di quello che è già stato. Affiorano miti e testimonianze d'arte del passato, icone del tempo, ricordi congelati. Affiorano come fantasmi incancellabili, patrimonio mentale dell'umanità. E su queste citazioni evocative ecco imprimersi i numeri e le lettere, secondo una logica di analogie e di rimandi, di nomi e di date, di stratificazioni letterarie. Per Antonio d'Amore la riproduzione fotomeccanica di un'immagine consegnata dalla storia è una base iconografica su cui costruire il suo universo pittorico, fatto di colore che si distende sulla tela a ondate, lasciando tracce a volte più dense, altre volte diluite al punto da apparire rarefatte. E di pittura, di pura pittura, sono i codici testuali. I simboli grafici della scrittura diventano così la struttura stessa di ogni opera, ne sono lo scheletro, l'anima, sono i pilastri compositivi. In quelle cifre c'è l'espressione di una ricerca visiva che fa propria la pittura testuale, la pittura scritta. ""Venere"" o ""il messaggero"" o i 'kuroi' sono elementi del destino, sono immagini scavate tra i magazzini della memoria e utilizzate come narrazioni spazio-temporali. Vivono una vita autonoma, finché la pittura-colore non entra prepotentemente in scena, rimarcando figure e sovvertendo prospettive. Sarà poi la sequenza alfanumerica a dettare le condizioni della visione, a imporre un ritmo di lettura, a legare immagine e tensione emotiva, a sovrapporre i linguaggi e a sperimentare fusioni lessicali, a 'scrivere pittura'. E sì, è una pittura tutta da scrivere, legata indissolubilmente al titolo, alla sua ragion d'essere. Cosa rimane delle citazioni della pittura classica o della statuaria greco-romana? Agli occhi di un viaggiatore contemporaneo resta un ricordo intriso di colori ed emozioni, e probabilmente un codice più o meno visibile per l'archiviazione mnemonica. d'Amore rende esplicito tutto il lavoro mentale, nascosto, che sta dietro al rapporto con l'arcaico, con i linguaggi del passato che si aprono alla contemporaneità. Ma non c'è spazio per un compiacimento dell'occhio, i simboli del presente sono la continuità con la storia. Ogni opera non vive un dualismo tra passato e presente, non c'è una dicotomia. C'è piuttosto l'amalgama tra la condizione storica e la proiezione futuribile. Al centro c'è sempre la persona, la sua immagine, il suo vissuto. E a tutto questo rimanda il codice, che è marchio di fabbrica, è titolo e data, che è simbolo di appartenenza. Lettere e numeri sono indissolubilmente legati a quello che solitamente si chiama vita. (Enzo Battarra)"